Discorsi sulla Carta d’Atene
Esiste un’eredità del Movimento Moderno che può costituire spunto di riflessione per la comprensione della città contemporanea? La domanda riporta immediatamente al IV Congresso dei CIAM a bordo del Patris II dove gli architetti moderni discussero e definirono i caratteri fondativi della nuova città, la città funzionalista. La diffusione dei risultati del IV Congresso avviene attraverso il testo Urbanisme des CIAM, La Chartes d’Athenes, per l’Editore Plon di Parigi, autore Le Corbusier, che pur connotandosi come un documento unanime, in realtà riduceva i contenuti del Congresso e le conclusioni mentre taceva, forse intenzionalmente, o forse con intento di semplificazione, sulla differenza di pensiero delle delegazioni, elemento che costituiva la ricchezza e il valore dei CIAM. Nelle considerazioni che seguono si tenta una lettura non convenzionale che, utilizzando analisi critiche già elaborate ma meno note, cerca di ristabilire il senso del documento e di approfondire la varietà dei contributi al IV Congresso, svelando visioni urbane non sempre omologhe a quella di città funzionale come usualmente intesa. Infine, prendendo spunto anche dalla recente versione della “Nuova Carta d’Atene”, nelle Conclusioni si avvia una rifles- sione su questioni spaziali già evidenti nella Carta del 1943 e oggi ancora più cogenti per il progetto urbano.